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Paolella
ABITARE È UN’ARTE POPOLARE



2024
 
l'opera
L’architettura potrebbe essere considerata l’arte della celebrazione dei potenti. Ma contestualmente ne esiste un’altra, attenta ai temi ambientali e sociali, prossima alle comunità, meno autoreferenziale e meno propensa a ubbidire alle richieste di committenze interessate. Un’architettura dove l’abitare è l’esito di un’azione collettiva volta al benessere degli abitanti. Un’architettura che trova origine nell’abitudine, tipica della nostra specie, di autocostruirsi il proprio riparo, ben testimoniata dalle costruzioni “vernacolari” che hanno caratterizzato gli insediamenti umani per millenni, prima che si imponesse l’attuale uniformazione di linguaggi, tecniche, metodi e materiali.

Da molti anni gli architetti hanno rinunciato a svolgere quell’azioni critica che tanto contribuirebbe al miglioramento della qualità della vita nelle nostre città. Affrontare i cambiamenti climatici non è solo costruire edifici con elevate prestazioni energetiche, così come il problema dei due miliardi di persone in “insediamenti informali” non si risolve né con le case popolari né con i grattacieli, anche se alberati. La riluttanza a svolgere un ruolo attivo nella società ha ridotto gli architetti a ideatori di forme succubi della committenza e li ha allontanati dal progetto dell’abitare. Riprendendo il lavoro di architetti e pensatori come John Turner, Patrick Geddes, William Morris, Colin Ward e Ivan Illich e rimettendo al centro individui e comunità, modalità di consumo e conservazione delle risorse, autonomia, autoproduzione alimentare ed energetica e riqualificazione dell’ambiente, Paolella ripercorre le esperienze di centinaia di architetti che progettano con le comunità fuori dai riconoscimenti e spesso anche dalla notorietà. Abitare autogestito, sistemi costruttivi predisposti, architettura incrementale, autocostruzione guidata, co-progettazione, cohousing, supporto alle comunità sono tutte modalità che favoriscono l’attivazione degli abitanti nel definire i propri insediamenti, riducono gli impatti ambientali, organizzano modi di vita e spazi con cui agevolare il benessere. Si delinea così un altro modello di architettura orientato a soddisfare le comunità, costruire insediamenti a basso impatto e  sostenere un benessere diffuso, l’unico in grado di permettere ai progettisti di contribuire concretamente a quei cambiamenti indispensabili alla costruzione di un futuro comune.
l'autore [scheda autore]
Adriano Paolella (Napoli 1955) è docente di Tecnologia dell'Architettura presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria e collabora con Italia Nostra.
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