Cerco un'architettura che tutti, in modo diverso, possano comprendere e usare, che torni a essere primo riferimento concreto del consistere umano nello spazio fisico e sociale; un'architettura che non si può ignorare, al punto che ciascuno deve finire con il progettare, che nessuno può fare a meno di progettare.
Testimone di primo piano, per oltre mezzo secolo, delle vicende architettoniche e urbanistiche italiane, in queste conversazioni De Carlo riflette in modo organico sulla sua esperienza di architetto e intellettuale libertario, dalle prime esperienze spaziali alla scelta dell'architettura come impegno sociale. Amico e sodale di intellettuali eretici come Elio Vittorini, Italo Calvino, Vittorio Sereni e Cesare Pavese, De Carlo si innesta con un percorso del tutto originale nel panorama italiano, arrivando a definire una «progettazione tentativa», fondata sulla partecipazione, che presuppone la lettura del contesto e il rispetto per i segni dei luoghi e le tracce della comunità. Un approccio totalmente altro rispetto all'invadenza mediatica delle archistar contemporanee, che si è rivelato capace di scardinare i linguaggi dogmatici e le normative burocratiche della progettazione urbana. Indice e introduzione - leggi
Franco Bunčuga (Brescia, 1949),
dopo essersi laureato in architettura con De Carlo, negli anni Ottanta
ha lavorato all’Ecole Polytechnique d’Architecture et d’Urbanisme di
Algeri. Tornato in Italia, ha insegnato Storia dell’Arte e Architettura.
Giancarlo De Carlo (1919-2005), oltre a insegnare in Italia e negli Stati Uniti, ha realizzato progetti in varie parti del mondo. Tra le sue opere più importanti, il piano regolatore e gli alloggi studenteschi di Urbino, l'area residenziale dell'isola di Mazzorbo (Venezia), il quartiere popolare Matteotti a Terni.
rassegna stampa
Thu 31 Aug 2017 - Area L'architettura e la vita nel pensiero di Giancarlo De Carlo- 422 Kb
Thu 30 Jun 2016 - Il Cittadino Intervista a De Carlo l'architetto - 135 Kb