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Anderlini

Noi e gli altri tra ospitalità e ostilità

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PROSSIMA USCITA 

Come ci ricorda Bauman, tutte le società – compresa la nostra – creano stranieri, ma ognuna crea il suo peculiare tipo di straniero e lo fa a modo proprio. Indagare l’immaginario e le pratiche dell’ospitalità significa dunque riflettere anche sulla nostra idea di città, di territorio, di lavoro, in breve sul nostro modo di pensare il mondo.

Cosa significa essere ospitali nell’Europa contemporanea? Rispondere a questa domanda all’apparenza innocente significa in realtà svelare un complesso intreccio di significati politici, economici e morali, nonché la crisi di concetti come sovranità, confine e cittadinanza, nozioni che ispirano e regolano il funzionamento delle moderne società occidentali. L’ospitalità infatti non è mai neutra: è sempre un atto politico che nel momento stesso in cui apre, esclude. E che attraverso la rappresentazione dello straniero, la distinzione fra amico e nemico e i meccanismi di inclusione ed esclusione, concorre a normare le condotte dei singoli, stabilendo gerarchie e delineando una specifica logica di governo del territorio e della popolazione. Ricostruendone la genealogia, dalle sue radici greco-romane fino alle politiche migratorie europee e alle narrazioni sull’accoglienza nelle metropoli contemporanee, Anderlini rivela l’ambigua grammatica dell’ospitalità ricordandoci, se mai lo avessimo dimenticato, che definire l’Altro è anche – sempre – definire un Noi.