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Memorie di un rivoluzionario nota dell'editore

Memorie di un rivoluzionario

Kropotkin

PROSSIMA USCITA
mer 15 ott 2025

Nota dell’editore

 
La scrittura delle sue memorie in tre diverse lingue – inizia a scrivere in russo, poi passa all’inglese, poi rivede la versione francese e infine riscrive tutta l’opera in russo – è stata una sorta di work in progress che ha accompagnato Kropotkin per quasi un quarto di secolo (dal 1898 al 1921). Questo sovrapporsi di versioni – tutte legittime – spiega come mai ci siano in circolazione versioni dell’opera che presentano talune differenze non solo tra le tre lingue ma anche tra le successive edizioni di una stessa lingua. La versione qui utilizzata si basa – a parte alcune incursioni nelle edizioni francese e russa – su quella americana del 1899 di Houghton, Mifflin & Company, rivista dallo storico inglese Nicolas Walter per una successiva edizione americana, quella pubblicata da Dover nel 1971. Si tratta inoltre di una nuova traduzione, a cura di Elena Cantoni, dopo quella di inizio Novecento a cura di Olivia Rossetti Agresti e quella della seconda metà del secolo a cura di Letizia Paietta Berrini.
 
I testi che compongono le Memorie, come viene spiegato nella breve introduzione alla prima edizione, erano già apparsi a puntate nella rivista americana «Atlantic Monthly» tra il settembre 1898 e il settembre 1899. Ma quando Houghton Mifflin & Company ne annuncia la pubblicazione in volume, K. decide di metterci mano e di aggiungere parti «sostanziose ai capitoli che trattano la mia giovinezza e il mio periodo in Siberia, e soprattutto […] la storia della mia vita in Europa occidentale». Sulla rivista il titolo scelto è Auto-biography of a Revolutionist, che l’editore però cambia in Memoirs of a Revolutionist. In realtà K. preferisce il titolo dell’edizione francese, da lui rivista e uscita per le edizioni Scala di Parigi nel 1898, ovvero Autour d’une vie. Ma dopo il successo internazionale del libro con l’altro titolo, anche le successive edizioni francesi opteranno per Mémoires d’un rèvolutionnaire.
 
Per meglio contestualizzare gli eventi citati nelle Memorie – che coprono, come scrive K., i primi 57 anni della sua vita – sono state incluse anche le Note di approfondimento elaborate da Nicolas Walter nel 1971, a loro volta arricchite dalle ricerche fatte da Valentina Aleksandrovna Tvardovskaja per l’edizione russa di Zapiski revoliutsionera uscita a Mosca nel 1966. Queste note, oltre a darci brevi profili biografici di buona parte delle persone menzionate, al contempo rettificano, come precisa Walter, alcune sviste dell’autore.
 
In questa versione delle Memorie è stato inoltre incluso un Addenda che propone una versione modificata della sesta parte, ovvero quella dedicata all’Europa occidentale. Questa rielaborazione del testo, inedita in italiano, viene scritta da Kropotkin dopo il suo ritorno in Russia nel 1917, ovvero dopo lo scoppio della rivoluzione e la successiva presa di potere da parte dei bolscevichi (uno sviluppo che nelle parole di K. «sarà la tomba della rivoluzione»). Alla luce degli eventi in corso, appare evidente che K. riscrive quella parte – destinata a una nuova edizione russa delle sue Memorie che sarà pubblicata postuma nel 1929 – con un senno-di-poi che lo porta ad accentuare, e con un tono più caustico che in passato, le critiche al marxismo e alla socialdemocrazia tedesca già presenti nella prima edizione. La versione riscritta della sesta parte che costituisce l’Addenda è stata tradotta dall’inglese, a partire dal testo curato nel 1995 dallo storico americano Marshall S. Shatz (sue anche le note).
 
Sempre con l’obiettivo di dare una prospettiva storica quanto più ampia possibile al testo, segnaliamo che sul sito di elèuthera (www.eleuthera.it) sono stati caricati materiali, in italiano e in inglese, che consentono di approfondire la storia del libro attraverso alcune delle tante prefazioni che lo hanno accompagnato nella sua lunga vita (si veda Qrcode a p. 4). In particolare segnaliamo la prefazione dello stesso K. alla seconda edizione inglese (scritta all’indomani della fallita rivoluzione russa del 1905); la prefazione del critico danese Georg Brandes, voluta da K., che compare anche nella prima edizione italiana del libro (Baraldi & Fleischmann, Mantova, 1903); e ancora quattro prefazioni scritte nella seconda metà del Novecento: quella di Paul Goodman per un’edizione americana del libro (Horizon Press, New York, 1968), quella di Colin Ward per un’edizione inglese (Folio Society, London, 1978), e quella di George Woodcock per un’edizione canadese (Black Rose Books, Montreal, 1987), oltre a quella scritta da Nicolas Walter per la già citata edizione di Dover del 1971.
 
Chiudiamo questa Nota ringraziando il prof. Alessandro Vitale dell’Università degli Studi di Milano per la sua preziosa collaborazione.