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Lasch, Michéa

Contro la cultura di massa

copertina

Cartaceo 13,30 € E-book 6,99 €

La straordinaria lucidità di Lasch deriva dalla sua capacità di mettere insieme un'assoluta impermeabilità ai miti modernisti e un'indiscussa adesione al punto di vista della gente semplice, ovvero di coloro che per forza di cose hanno l'abitudine di decifrare la società osservandola dall'unica prospettiva appropriata, cioè dal basso verso l'alto.

In anticipo di decenni, Lasch individua chiaramente i guasti che il processo di modernizzazione in atto avrebbe provocato nella società contemporanea: la fine delle culture popolari autonome, rimpiazzate da una cultura di massa tarata sulle esigenze del mercato; la crisi della democrazia, ormai confusa con la libera circolazione delle merci; l'estinzione tanto della comunità solidale quanto di un'idea di individuo del tutto estranea all'atomizzazione perseguita dal neoliberismo. Ma se questa modernizzazione avviene indubbiamente sotto l'egida del capitalismo finanziario, essa è però avallata da una sinistra, radical e liberal, incapace di interpretare il processo in corso. Forse perché ne condivide, come ben evidenzia Michéa, la medesima visione sociale e politica di stampo illuminista, a cominciare dall'idea di Progresso. Nulla ha dunque impedito a quel processo di trasformare la cultura in merce e il popolo in una massa anonima composta da Io minimi, consumatori narcisi e anime perse: una deriva largamente prevista, contro la quale Lasch, nel suo modo lucido e appassionato, ci aveva messo in guardia.