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Malabou

La rivoluzione non c'è mai stata

copertina

PROSSIMA USCITA 

‘Siamo stati ingannati!’ ci dice Malabou. Con l’avvento della proprietà privata, abbiamo creduto che l’arbitrio della legge dei potenti fosse stato espulso dalla storia. E invece la maggior parte degli abitanti del pianeta è ancora oggi intrappolata in forme più o meno accentuate di servaggio o subalternità.

E se Proudhon avesse avuto ragione quando affermava a metà del XIX secolo, “Non c’è stata alcuna rivoluzione”? In questa originale rilettura del filosofo anarchico francese Catherine Malabou si interroga sui fondamenti della proprietà come furto originale, nonché sull’impossibilità di una sua legittimità. Secondo questa lettura, il 1789 ha abolito i privilegi feudali solo in apparenza. Gli esiti della rivoluzione francese, che avrebbero dovuto sancire la fine della condizione servile, hanno in realtà costituito il cavallo di Troia attraverso il quale l’Ancien Régime reintrodusse, attraverso lo statuto della proprietà privata borghese, un sistema iniquo di distribuzione della ricchezza che di fatto tradiva una delle rivendicazioni più radicate tra il popolo: la fine delle disuguaglianze. È così che grazie a un’abile e convincente argomentazione la ricostruzione storico-filosofica circa l’origine e gli sviluppi dello statuto della proprietà diventa il punto di partenza per una riflessione sull’attuale contesto neo-liberale e sulle critiche contemporanee alla proprietà come la teoria dei beni comuni o gli approcci decoloniali all’espropriazione.