Un'indagine pioneristica sul lato oscuro del potere che indaga il processo psico-sociale grazie al quale un comportamento facilmente identificabile - e sanzionabile - nell'uomo comune acquista nell'ambito dell'azione politica di governo una configurazione del tutto diversa che la rende accettabile proprio perché si appella a un'altra scala di valori.
prefazione di Eduardo Colombo
Perché sembra esserci una correlazione tra i tratti delinquenziali di una personalità psicopatica e quelli tipici di una carriera di successo in ambito politico? In questo classico della sociologia Comfort analizza un problema fondamentale della società centralizzata, urbanizzata e sviluppata del mondo contemporaneo, quello della delinquenza politica. Normalmente l'arte di governare si esercita con l'acquiescenza dei governati e si adatta per lo più alle regole stabilite dal diritto comune. Ma anche restando nell'ambito delle democrazie rappresentative contemporanee, la realtà quotidiana – per chi vuole vedere – è ben diversa: lo Stato di diritto si ferma dove comincia la ragion di Stato. A partire da questa considerazione Comfort delinea quella che lui stesso definisce "psicopatologia del potere", argomentando e documentando come comportamenti devianti – considerati inaccettabili tra "normali" essere umani – siano viceversa la norma nelle istituzioni politiche e militari. Andando ben oltre l'adagio secondo cui il potere corrompe, la tesi di Comfort è che il potere seleziona nell'ascesa della sua scala gerarchica personalità tendenzialmente psicopatiche e sociopatiche.